«Se volessimo tener fermo il senso proprio, filosofico e non meramente letterario della parola ‘romanticismo’, dovremmo audacemente sostenere che esiste un unico, grande romantico: Novalis. E come corollario dovremmo dire che il più grande testo romantico, se non l’unico, sono gli Inni alla notte. […] Cos’è dunque, in breve, la poesia per Novalis? La poesia è magia immaginativa dell’io. Novalis riprende quindi l’idea fichtiana dell’Io assoluto, interpretandolo però non come semplice soggetto trascendentale, ma come fonte infinita di realtà; l’idealismo diviene magico: la fantasia e la volontà del soggetto individuale – cioè del poeta – si fanno onnipotenti, dal momento che sono in grado di creare e trasformare il mondo. La poesia è dunque l’atto supremo, la libertà creativa assoluta; la trasformazione reale del mondo terreno, il fare dei casi della vita quel che ci pare, il servirsene a proprio capriccio: ‘quel che Io voglio essere, Io lo sono’».
− Dall’introduzione di Susanna Mati
INFORMAZIONI
- Pagine 176
- ISBN: 978-8807902611

Novalis
Novalis, pseudonimo di Friedrich von Hardenberg (Schloss Oberwiederstedt, 1772 – Weißenfels, 1801) è stato forse l’incarnazione più pura del romanticismo tedesco ed europeo, reso leggendario anche da una morte precocissima. Oltre agli Inni alla notte (1797/1800) e ai Canti spirituali (1799), ricordiamo il suo romanzo Enrico di Ofterdingen (1802).