Mara Coccia / Daniela Ferraria. Le opere e gli archivi – Ilaria Bernardi, Francesca Gallo (a cura di)

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Un volume “doppio” da sfogliare in due versi, dedicato a due protagoniste del panorama artistico e culturale di Roma – Mara Coccia (Roma, 1925-2014) e Daniela Ferraria (Roma, 1943) – le cui anime si intrecciano nella storia della celebre galleria Arco d’Alibert, nel cuore della capitale.

Fondata da Mara nel 1963, la galleria è stata punto di riferimento del vivace clima dell’epoca, con artisti del calibro di Mario Schifano, Franco Angeli, Gastone Novelli, Fabio Mauri, ma anche Asger Jorn e Alexander Calder, solo per citarne alcuni.

Nel 1970 l’Arco d’Alibert chiude per riaprire nel 1975 in una nuova sede con una gestione che, inizialmente condivisa, viene definitivamente rilevata da Daniela Ferraria, sua collaboratrice dal 1968, che la guiderà fino al 2006, mentre Mara proseguirà con successo la sua attività in altri contesti.

Il volume, nel celebrare la donazione dei loro preziosi archivi che entrambe hanno destinato alla Galleria Nazionale di Roma, restituisce un ritratto delle due galleriste e ne racconta le rispettive avventure, mettendo in luce il loro carattere, le differenze, le peculiarità e anche le divergenze.

Un omaggio all’intenso lavoro per l’arte svolto dalla due donne nel corso di quattro decenni di attività, che lo studio dei fondi pervenuti alla Galleria Nazionale ha permesso finalmente di ripercorrere criticamente.

INFORMAZIONI
  • Pagine 112
  • ISBN: 978-8836646692
Ilaria Bernardi
Le curatrici

Ilaria Bernardi

Ilaria Bernardi (1985) è dottore di ricerca in storia dell’arte e curatrice. Tra i suoi precedenti incarichi, ha lavorato con Germano Celant; con Carolyn Christov-Bakargiev al Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea; e per la Fondazione Giulio e Anna Paolini (Torino). Oltre a essere autrice di diverse pubblicazioni, ha curato numerose mostre per importanti spazi espositivi in Italia e all’estero, tra cui La Galleria Nazionale, Palazzo delle Esposizioni e Auditorium Parco della Musica, Roma; Museo del Novecento e del Contemporaneo di Palazzo Fabroni, Pistoia; IIC Madrid; Keyes Art Mile, Johannesburg; 6 Spin Street, Cape Town; IIC New York; Magazzino Italian Art, Cold Spring. Nelle mostre a sua cura ha prestato una particolare attenzione ai temi dello scambio interculturale (come nella mostra Wall-Eyes. Looking at Italy and Africa, che ha incluso artisti italiani e africani, itinerante a Johannesburg, Cape Town e Roma), della condizione femminile (come nella mostra Andrea Mastrovito. Very Bad Things a La Galleria Nazionale di Roma, che ha affrontato il tema delle molestie sulle donne), della comunità (come nelle due mostre personali di Marinella Senatore a Madrid e a Pistoia), del rapporto tra arte e spazio naturale (come nel progetto Digital for Mauro Staccioli, vincitore del bando Toscanaincontemporanea 2020). Dedicato a quest’ultimo tema è anche il documentario di RAI5, Earth/Art, di cui è stata consulente scientifica nel 2019.

Francesca Gallo

Francesca Gallo

Francesca Gallo, dopo la Laurea in Lettere moderne con indirizzo storico-artistico, si diploma alla Scuola di Specializzazione in Storia dell’ arte medievale e moderna della Sapienza con una tesi sull’Immagine di Siracusa nella letteratura di viaggio del XVIII e XIX secolo (catalogo della mostra e della collezione Siracusa e la sua immagine, Galleria regionale di Palazzo Bellomo, Siracusa, 2000). Dallo studio dei rapporti fra arte e territorio sono nate alcune ricerche sulla storia della tutela in Sicilia in età post-unitaria. Negli anni 2000-2001 è curatore per i musei e le mostre delle Gallerie Civiche d’Arte Contemporanea di Ferrara/Palazzo dei Diamanti. Dedica il dottorato di ricerca in Storia dell’arte alla mostra Les Immatériaux (Centre Pompidou 1985) e alle frequentazioni artistiche del curatore, il filosofo Jean-François Lyotard. Da dicembre 2011 è Ricercatore di Storia dell’arte contemporanea, disciplina che insegna da allora. Ha conseguito l’ASN a professore di II fascia nel 2017. Dal 2014 è membro del direttivo della Consulta Universitaria per la Storia dell’Arte (CUNSTA). I suoi studi spaziano dal XIX al XXI secolo, attorno al rapporto fra riflessione teorica, pratica artistica e nuove tecnologie. Infatti ha dedicato diversi studi a Les Immatériaux e a Jean-François Lyotard («Annali di critica d’arte” 2006; «Revue Appareil» 2009; e Les Immatériaux: un percorso di Jean-François Lyotard nell’arte contemporanea, Roma 2008). Oltre che di rappresentazione dello spazio urbano nelle arti visive e di interventi artistici nella città, si è occupata della trasformazione del format espositivo per la New Media Art e la performance («Ricerche di s/confine» 2018). Ultimamente le sue ricerche sono concentrate sulle Neoavanguardie italiane, con contributi dedicati a Ketty La Rocca (co-curando un volume per Postmediabooks nel 2015 e la Biennale Donna di Ferrara nel 2018); alle pratiche performative(«Ricerche di storia dell’arte», 2014) e alla videoarte delle origini («L’Uomo nero» 2018). Ha appena co-curato per Mimesis All’alba dell’arte digitale. Il Festival Arte Elettronica di Camerino.

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