Frank Bidart «mangia e respira» la cultura alta del ventesimo secolo, dalla musica della Callas e Edith Piaf ai monumenti del cinema classico. Ma Bidart non è un mero esteta: per lui l’arte è forza vitale, «acqua nel deserto dell’anima», un talismano contro l’oblio. Nella sua lunga carriera Bidart ha prodotto indimenticabili poesie «possenti e dolenti», distillando la propria voce fino all’espressione più scarna del bisogno e del desiderio. Sulla rivista Poetry, Michael Robbins ha scritto: «le poesie di Bidart costituiscono uno dei più acuti studi della vita emotiva mai intrapreso nella letteratura americana. Bidart è uno dei rari artisti, come i Sonic Youth o John Ashbery, di cui ogni nuova opera vale la pena di essere comprata il giorno stesso che appare sugli scaffali».
Introduzione di Tommaso Giartosio
Tradotto da Moira Egan e Damiano Abeni

Frank Bidart
Uno dei maggiori poeti statunitensi viventi, è nato nel 1939 a Bakersfield, in California, e abita presso Boston dove insegna al Wellesley College. La sua attività poetica, che copre un periodo di oltre cinquant’anni, è raccolta in Half-Light – Collected Poems, pubblicato lo scorso agosto presso Farrar, Straus & Giroux, che costituisce per la poesia uno degli eventi editoriali maggiori del 2017. Gli sono stati assegnati numerosi premi e riconoscimenti, tra i quali i prestigiosi Wallace Stevens Award (2000), il Bollingen Prize (2007), il National Book Critics Circle Award (2013) e il Griffin Poetry Prize (2017).
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