Contro il metodo in architettura – Manfredo di Robilant

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Indubbiamente, l’Architectural Association degli anni Settanta ha segnato un passaggio di paradigma per le scuole di architettura, ricoprendo per le ultime avanguardie del Novecento il ruolo svolto dalla Bauhaus per le avanguardie moderne.

Come tutte le Facoltà di Architettura, anche l’Architectural Association degli anni qui trattati – che vanno dalla grande rivolta studentesca fino all’inizio del thatcherismo – ha dovuto creare una fictio, un racconto sulla realtà fuori dalle proprie mura, che col passare degli anni si sarebbe inverato nel futuro dei suoi studenti. Mentre nello stesso periodo la simulazione degli scenari futuri nelle scuole di architettura scommetteva per lo più su una palingenesi che avrebbe portato al socialismo, la narrazione dell’Architectural Association è risultata – volontariamente o meno – quella storicamente più realistica, prevedendo l’affermazione del neoliberismo globale e l’urbanizzazione del mondo.

Il volume espone una “storia per temi” della scuola londinese, diretta dal 1971 da Alvin Boyarsky. È un’indagine sulla genealogia dell’architettura contemporanea, in cui compaiono molti protagonisti della scena globale attuale – fra gli altri, Peter Cook, Elia Zenghelis, Rem Koolhaas, Bernard Tschumi, Daniel Libeskind, Zaha Hadid – nella veste di giovani insegnanti o studenti. La scena è, fisicamente, un piccolo edificio nel quartiere londinese di Bloomsbury, adattato a Facoltà. Nelle sue stanze si discute su come una nuova architettura radicale possa prendere forma dalla crisi culturale e professionale del decennio successivo al fatidico ’68. A emergere, ancor prima che i nomi dei protagonisti, è un nuovo atteggiamento – tanto pragmatico quanto disinvoltamente asistematico – nel modo di concepire il rapporto tra architettura, città e pubblico: «una scuola senza formula, senza metodo, e senza una visione collettiva» secondo Di Robilant, sorprendentemente in linea con le tesi del libro di Paul Feyerabend, Contro il metodo (1975). Da questa scuola è uscita l’idea, ancora egemone, di un’architettura globale e “metropolista”.

INFORMAZIONI
  • Pagine 232
  • ISBN: 978-8822903730
Manfredo di Robilant
L'autore

Manfredo di Robilant

Manfredo di Robilant, architetto, è stato associato alla ricerca della XIV Biennale di Architettura di Venezia, per cui ha curato i libri su Ceiling e Window (Marsilio-La Biennale, Venezia 2014). Ha conseguito il dottorato in Storia dell’architettura presso il Politecnico di Torino ed è stato Visiting Scholar al Centre Canadien d’Architecture di Montréal. È ricercatore in Progettazione architettonica al Politecnico di Torino. Ha insegnato alla Domus Academy e tenuto lezioni alla Washington University di Saint Louis, all’Institut für Kunstwissenschaft di Brema, allo Strelka Institute di Mosca, alla Harvard GSD di Cambridge (Massachusetts). Ha scritto per «Il Giornale dell’Architettura», di cui è stato assistente alla direzione, e anche per «Arch+», «Baumeister», «Domus», «Log», «World Architecture». Condivide con Giovanni Durbiano e Alessandro Armando lo studio DAR-architettura.

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