Quando nasce la filosofia, la parabola dell’eccellenza greca ha già iniziato il suo declino. E questa crisi decisiva è anteriore anche a Euripide e a Socrate, è una frattura, un indebolimento che sono interni al mondo dei sapienti, che solo attraverso questo si decifrano.
Giorgio Colli prova a far riemergere il periodo culminante della Grecia – il settimo, il sesto, il quinto secolo a.C. –, il più lontano da noi e dalla nostra comprensione, senza suggerire approcci specialistici. L’accessibilità del suo modo di esporre è raggiunta mediante un’inversione di prospettiva: non sono gli occhi del presente a guardare quei secoli, rimpiccioliti dalla grande distanza, e neppure gli occhi del quarto secolo a.C., di Aristotele, ma al contrario si tenta di evocare uno sguardo «alle spalle» di quei secoli, uno sguardo gettato dagli dèi omerici e pre-omerici, che si lega al nome di Platone.
INFORMAZIONI
- Pagine 116
- ISBN: 978-8845901812
Giorgio Colli
Storico italiano della filosofia (Torino 1918 – Firenze 1979). Collaboratore delle edizioni Boringhieri (1958–1965), poi della Adelphi, è stato anche professore di storia della filosofia antica all’università di Pisa. È noto soprattutto come traduttore di testi classici della filosofia, quali l’Organon aristotelico (1955) e la Critica della ragion pura di Kant (1957). Ha sistemato il testo originale degli scritti di Nietzsche che ha anche tradotto in italiano (in collab. con M. Montinari), e si è infine dedicato alla ricostruzione e presentazione del pensiero greco, che, col titolo di La sapienza greca, progettava in 11 voll., di cui sono usciti solo i primi tre, dai “misteri” dionisiaci, apollinei e orfici sino a Eraclito. Tra le altre opere: Physis kryptesthai philei (1948; nuova ed. post. La natura ama nascondersi, 1988), Filosofia dell’espressione (1969), Dopo Nietzsche (1974), La nascita della filosofia (1975), La ragione errabonda (post., 1982; raccolta dei suoi quaderni).
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