Non c’è dubbio: il 2020 verrà ricordato per la pandemia di Sars-CoV-2. Eppure non è stata l’unica emergenza che abbiamo dovuto affrontare. Bastano pochi dati per rendersene conto: l’aprile del 2020 è stato il più caldo d’Europa da quando si effettuano registrazioni, ed è seguito a un inverno che ha fatto segnare 3,4 gradi in più rispetto alla media del trentennio 1981-2010. Come ci fa notare l’autore in queste pagine, la crisi sanitaria e quella ambientale sono legate: entrambe sono globali, entrambe sono causate dal nostro modello di sviluppo – fatto di deforestazione e urbanizzazione incontrollate, senza nessun rispetto per l’equilibrio degli ecosistemi – ed entrambe hanno investito il nostro Paese con particolare violenza. Già, perché morfologia del territorio e posizione geografica piazzano l’Italia in prima linea sul fronte dei cambiamenti climatici.
Con passione e competenza, unendo l’inconfutabilità dei dati scientifici alla potenza del reportage in presa diretta, Stefano Liberti ci porta alla scoperta di un’Italia in cui convivono realtà opposte: esempi già all’avanguardia nella tutela dell’ambiente e una politica nazionale inadeguata e immobilista. E ci ricorda che è arrivato il momento di passare all’azione, promuovendo una presa di coscienza collettiva e stimolando un dibattito franco, costruttivo e non ideologico, su una questione che non può più essere rimandata.
INFORMAZIONI
- Pagine 288
- ISBN: 978-8817157681
Stefano Liberti
Stefano Liberti, giornalista e regista, è autore di reportage di politica internazionale su periodici italiani e stranieri. Ha pubblicato per minimum fax A Sud di Lampedusa. Cinque anni di viaggi sulle rotte dei migranti (2008, Premio Indro Montanelli), Land grabbing. Come il mercato delle terre crea il nuovo colonialismo (2011, tradotto in più di dieci paesi), I signori del cibo. Viaggio nell’industria alimentare che sta distruggendo il pianeta (2016) e per Rizzoli Terra bruciata. Come la crisi ambientale sta cambiando l’Italia e la nostra vita (2020).
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