L’intellettuale indiano Vijay Prashad ha invitato alcuni scrittori che vivono in importanti democrazie (Stati Uniti, India, Turchia, Russia, Filippine) a riflettere sull’elezione alla presidenza dei rispettivi paesi di leader populisti che stanno forzando le forme dell’esercizio democratico. Esiste un minimo comun denominatore tra Trump, Modi, Erdogan, Putin e Duterte, con la loro retorica della forza, il loro nazionalismo dilagante e il loro odio per il diverso? La velocità con cui il fenomeno si sta espandendo su scala mondiale ha inoltre indotto nottetempo a chiedere un contributo originale sul Brasile di Bolsonaro. Eve Ensler si insinua quindi sotto la pelle (e sotto la chioma…) del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Danish Husain ci racconta la storia del Primo Ministro indiano Narendra Modi. Burhan Sönmez rovista tra i particolari della sconcertante carriera del presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Ninotchka Rosca denuncia l’universo maschilista di Rodrigo Duterte, mentre Lara Vapnyar mette a nudo il truce sessismo di Vladimir Putin. Infine, Luiz Ruffato esplora la patina “mitica” di Jair Bolsonaro.
INFORMAZIONI
- Pagine 165
- ISBN: 978-8874521531

Vijay Prashad
Vijay Prashad è uno storico marxista e un giornalista. Dirige il Tricontinental: Institute for Social Research, un istituto di ricerca itinerante che si trova in Argentina, Brasile, India e Sud Africa. È inoltre caporedattore di LeftWord Books, una casa editrice marxista attiva da oltre vent’anni con sede a New Delhi. Inoltre, Prashad è capo corrispondente per Globetrotter e scrive regolermente rubriche per Frontline (India) e BirGün (Turchia). Ha scritto 25 libri, tra cui The Darker Nations: A Peoples History of the Third World e The Poorer Nations: A Possible History of the Global South, ed è apparso in due film: Shadow World and Two Meetings. Per 25 anni, è stato professore al Trinity College di Hartford, Connecticut.

Eve Ensler
Eve Ensler (1953), una delle 150 donne che hanno cambiato il mondo secondo Newsweek e una delle 100 donne più influenti secondo il Guardian, è una scrittrice e attivista statunitense. I suoi libri sono tradotti in 50 paesi e le sue opere teatrali rappresentate in 140. È fondatrice e direttrice del V-Day e di One Billion Rising, movimenti globali contro la violenza sulle donne. Il Saggiatore ha pubblicato Nel corpo del mondo (2015) e I monologhi della vagina (2018) e Chiedimi scusa (2019).

Danish Husain
Danish Husain è un attore, poeta, storyteller e regista teatrale. È stato determinante nella rinascita della perduta forma di narrazione artistica in lingua urdu nota come Dastangoi. Gestisce la propria compagnia teatrale (The Hoshruba Repertory) a Mumbai, dove vive. Tra i suoi più importanti film, c’è Newton (2017), candidato agli Oscar 2018 come Miglior film straniero.

Lara Vapnyar
Lara Vapnyar ha lasciato la Russia nel 1994. La sua opera prima, la raccolta di racconti, There are Jews in My House, è stata nominata per il Los Angeles Times Book Prize e il New York Public Library Young Fiction Award e ha ricevuto il National Foundation for Jewish Culture’s Prize per scrittori emergenti. Suoi racconti sono apparsi sul New York Times e il New Yorker. Vive a Staten Island col marito e due figli.

Ninotchka Rosca
Ninotchka Rosca è una scrittrice originaria delle Filippine. Detenuta sotto la dittatura di Marcos, è andata in esilio negli Stati Uniti in seguito alla minaccia di un secondo arresto. È autrice di sei libri, due dei quali, i romanzi State of War e Twice Blessed, sono considerati classici della letteratura filippina. Ha contribuito alla fondazione di due organizzazioni di donne, più recentemente la AF3IRM (Association of Fierce Feminists Fighting Imperialism, Refeudalization and Marginalization). Ha ricevuto numerosi premi sia per la sua attività di giornalista che per i lavori letterari, tra cui l’American Book Award.

Luiz Ruffato
Scrittore e giornalista brasiliano, proviene da una famiglia di immigrati italiani nella quale è stato il primo a laurearsi. Formatosi inizialmente come rappresentante di commercio, lavorava come meccanico durante il giorno e studiava giornalismo di notte. Oggi è autore di romanzi pluripremiati tradotti in diverse lingue e affermato giornalista di fama mondiale. In Italia sono stati pubblicati Sono stato a Lisbona e ho pensato a te (2010), Di me ormai neanche ti ricordi (2014) e Fiori artificiali (2015).

Burhan Sönmez
Burhan Sönmez è nato ad Ankara nel 1965, dov’è cresciuto parlando turco e curdo. Avvocato specializzato in diritti umani, espatriato per motivi politici in Gran Bretagna, dove ha vissuto per circa dieci anni, oggi vive a Istanbul. I suoi romanzi sono tradotti in piú di trenta lingue. Docente all’Università metu di Ankara ed editore, è membro di pen International e vincitore dell’ebrd (European Bank for Reconstruction and Development) Literature Prize per il suo romanzo Istanbul Istanbul. Di questo autore nottetempo ha pubblicato Istanbul Istanbul (2016), Labirinto (2019) e il saggio contenuto nella raccolta Strongmen (2019).
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