Quando questa antologia uscì, nel 1964, gli “ultimi americani” del titolo erano davvero le voci più recenti di una poesia che cantava le ragioni della pace contro le minacce del conflitto nucleare, della libertà contro la tecnocrazia e la manipolazione del pensiero da parte dei mass media, l’urgenza di una nuova morale. Il volume di Fernanda Pivano è diventato un classico e i poeti della cosiddetta beat generation continuano a rappresentare l’“ultimo” vero grande “movimento” letterario che ha prodotto la cultura americana, l’ultima espressione collettiva di un orientamento esistenziale e poetico che si è tradotto anche in gesto politico e in modalità di comportamento. Sono passati quarant’anni e Kerouac, Ginsberg, Corso – tutta la grande tribù di poeti e mistici che ha vagato fra Oriente e Occidente costituendosi come una “società dentro la società” – sono sempre gli irrinunciabili battistrada dello scontento e della rabbia, e della poesia come premessa e promessa di liberazione.
INFORMAZIONI
- Pagine 378
- ISBN: 978-8807813450
Fernanda Pivano
Fernanda Pivano (Genova, 1917 – Milano, 2009) è stata una delle figure di punta fra gli studiosi della cultura e della letteratura americana in Italia. Ha curato e tradotto, fra gli altri, Anderson, Hemingway, Fitzgerald, Faulkner, Edgar Lee Masters, Kerouac, Burroughs e Ginsberg. Ha svolto inoltre un’importante attività come consulente editoriale, critica e scrittrice. Tra le sue opere ricordiamo: La Balena Bianca e altri miti (1961), America rossa e nera (1964), L’altra America degli anni sessanta (1971), Beat hippie yippie (1972), C’era una volta un beat (1976), Hemingway (1978), Mostri degli anni venti (1982), Amici scrittori (1995), Altri amici, altri scrittori (1996), Album americano (1997), Dopo Hemingway (2000), La ragazza che ama l’America (2000), Pagine americane (2005), I miei amici cantautori (2005).