Perverso e paranoico raccoglie i testi che Salvador Dalí scrisse negli anni trenta, i più decisivi per la definizione della sua poetica surrealista e per la sua maturazione artistica. Ne nasce l’autoritratto della più grande «mente immaginativa del secolo scorso», che illumina di luce nuova le sue opere – ma anche il suo pensiero sul rapporto fra arte e politica, sul sesso e sulla religione, sulla scienza e sulla psicoanalisi –, l’amicizia con Luis Buñuel e Federico García Lorca, il tormentato sodalizio artistico con i surrealisti e la passione per il cinema e la fotografia.
L’ossessione, il sogno, l’estasi, il delirio: l’irrazionalismo è il più fertile dei fattori espressivi e creativi grazie al metodo paranoico-critico, vera e propria chiave di volta del percorso di Dalí. Nel suo universo artistico ogni rigida distinzione intellettuale, ogni comoda categoria pratica, persino il più ovvio rapporto di causa-effetto sembra implodere e dichiararsi «altro» da sé. L’inorganico trapassa improvvisamente nell’organico, istinto sessuale e istinto alimentare si fondono, mentre Freud e Einstein vengono eletti degni successori di maghi e alchimisti per aver dimostrato – ciascuno a modo suo – che la materia è instabile.
Ci vuole un «genio» – un genio che, inutile dirlo, Dalí identifica con se stesso – per portare a termine l’aspirazione alchemica prima: mostrare, proprio attraverso una radicale, mistica trasmutazione della materia, come sia possibile perseguire un analogo cambiamento di coscienza: un’«estasi», cioè uno stato nel quale «ogni giudizio cambia in modo sensazionale», e da cui solo può sgorgare l’arte.
INFORMAZIONI
- Pagine 349
- ISBN: 978-8842823964
Salvador Dalí
Salvador Dalí (1904-1989) è stato un pittore, scultore, scrittore, fotografo, cineasta, designer e sceneggiatore spagnolo. Artista tra i più incisivi del Novecento, dopo studi burrascosi all’Accademia di Madrid, si rivolse con interesse alla pittura metafisica di G. De Chirico e di C. Carrà. Amico di Miró e Buñuel, venne accolto nel gruppo di Breton dal 1929, ma dopo una breve parentesi nel gruppo surrealista ne fu escluso per la sua visione apolitica dell’arte. In Dalì il surrealismo assunse un carattere individualistico, ironico, problematico, onirico. Dell’attivismo surrealista egli ha dato una clamorosa versione personale, agendo apertamente con trovate pubblicitarie e scandalistiche e insistendo sul carattere morboso della sua figurazione. Tra le opere più conosciute: Femme dormant dans un paysage (1931, Venezia, Fond. P. Guggenheim); La persistance de la mémoire (1931, New York, Mus. of modern art); Sogno causato dal volo di un’ape intorno a una melagrana un attimo prima del risveglio (1944, Madrid, El Museo Thyssen-Bornemisza); Corpus Hypercubus (1954, New York, Metropolitan Museum of Art); L’ultima cena (1955, Washington, National Gallery of Art); Il torero allucinogeno (1970, St. Petersburg, Salvador Dalí Museum). Si è occupato di moda, di arredamento e ha disegnato gioielli. Con Buñuel ha realizzato nel 1929 il primo film surrealista, Le chien andalou, e ha anche costituito due musei propri: quello di Cleveland (1971) e il teatro-Museo di Figueras (1974), dove è stato sepolto.
Ha inoltre scritto molti saggi teorico-critici e autobiografici, tra i quali la sua autobiografia, Diario di un genio. Nel 2017 l’editore Il Saggiatore riunisce i suoi scritti decisivi per la propria definizione del surrealismo in Perverso e paranoico. Scritti 1927-1933.
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