L’ingenuità della rete di Evgeny Morozov smonta l’idea di una rivoluzione che si compia su Twitter. Se n’è parlato per le manifestazioni in Iran nel 2009, per la Cina subito dopo, poi per l’Egitto: prima ancora che lo scontento dei cittadini, il grande protagonista delle proteste sembra essere stato il web. Evgeny Morozov però, in antitesi al cyber-ottimismo dilagante, spiega come anche governi tutt’altro che democratici usino le piattaforme digitali piegandole ai loro fini. In Russia e in Cina, per esempio, gli spazi di intrattenimento online sono studiati apposta per spostare l’attenzione dei giovani dall’impegno e dalla partecipazione civile. Internet non è inequivocabilmente buona, insomma, e pensare alla rete come a un propagatore naturale di democrazia è fuorviante e pericoloso. Per garantire forme efficaci di cambiamento sociale è necessario rimanere calati solidamente nella realtà
INFORMAZIONI
- Pagine 384
- ISBN: 978-8875782610

Evgeny Morozov
Evgeny Morozov, giornalista ed esperto di geopolitica, è nato in Bielorussia, la nazione dove sopravvive l’ultimo dittatore europeo, Alexander Lukashenko. Ha fatto parte di organizzazioni non governative che promuovevano la democrazia nell’Europa orientale, per entrare poi nella Open Net Initiative, associazione che difende la libertà di espressione attraverso internet. Svolge attività di ricerca a Stanford, e scrive per Foreign Policy, Wall Street Journal, Financial Times, The Economist e Washington Post. Oggi è uno degli intellettuali di riferimento in merito al dibattito sugli effetti sociali e politici dello sviluppo della tecnologia. Ha pubblicato in Italia L’ingenuità della rete e Contro Steve Jobs (Codice edizioni) e Internet non salverà il mondo (Mondadori).
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