Nel suo percorso poetico, Paolo Ruffilli ha praticato strade diverse, sempre confermandosi in una coerente, limpida solidità di pronuncia pur nella varietà di tematiche e argomenti. Questo libro permette di seguirne il cammino per un arco di tempo pressoché quarantennale, trattandosi di un’opera unitaria composta a partire dagli anni Settanta, un ampio work in progress arricchitosi nel tempo. Un’avventura poetica ed esistenziale che prende il via con la metafora del viaggio e degli incontri che il viaggio offre, della quotidianità onirica e a volte sgradevole di chi comunque si trova «straniero tra la gente». Fino al ritorno, dal quale riparte la meditazione turbata sul senso delle cose e della vita, nelle incertezze e negli equivoci degli umani rapporti, tra vuoto, amore e violenza, mentre felicità «sempre si confonde / con la dissolvenza». Nel capitolo che dà titolo al libro, Ruffilli si muove a diretto contatto con gli oggetti di cui si popola la vita, e che si impregnano del nostro passaggio, trovando il senso non banale della loro presenza, si tratti del cappello o del bicchiere, della barca o di un diario, del letto o del libro. La sua fitta narrazione è affascinante, minuziosa, affabilissima, una sorta di insolito canzoniere dedicato a una realtà tanto essenziale nel vissuto quanto raramente indagata, come in queste pagine, con la concretezza maniacale dell’osservatore sensibile. Del poeta, appunto, che perlustra oltre la semplice superficie delle cose, e che qui prosegue con apparente orizzontalità il suo viaggio in un “atlante anatomico”, dedicandosi alla bocca o alla caviglia come al cuore o al cervello, non senza ironia delicata, producendosi nell’esercizio acuto e antiretorico di un corpo a corpo con il corpo stesso. Nella sezione conclusiva, infine, il poeta pesca nelle profondità e negli anfratti del dire, nella formidabile, paradossale e «visionaria immaginosa verità» della parola, alla quale chiede risposte, ben sapendo, nella sua saggezza, che troppi interrogativi rimarranno inesorabilmente aperti.
INFORMAZIONI
- Pagine 208
- ISBN: 978-8804715801

Paolo Ruffilli
Paolo Ruffilli (Rieti 1949) è poeta e saggista italiano. Collaboratore di pagine culturali e consulente editoriale, ha esordito con i versi di La quercia delle gazze (1972), cui hanno fatto seguito tra le altre le raccolte Piccola colazione (1987), Camera oscura (1992), La gioia e il lutto. Passione e morte per AIDS (2001), dialogo poetico, carico di rimorsi e rimpianti, tra un padre e un figlio malato terminale. Ruffilli è anche autore di saggi letterari e curatore di classici italiani e inglesi, nonché traduttore (K. Gibran, R. Tagore e poeti inglesi dei secc. XVI-XVII). Nel 2003 ha esordito nella narrativa con Preparativi per la partenza (Marsilio, 2003), raccolta di racconti. Nel 2020 pubblica con Mondadori Le cose dal mondo.