Maria ha quindici anni, l’animo ingenuo e il corpo prorompente; Cicciotta la chiama il signor Francesco, a cui ogni giorno lei, che lavora a servizio, porta il caffè e rifà il letto. Ne è innamorata, con l’ingenuità dei suoi pochi anni, la stessa che l’uomo saprà piegare al suo volere, senza alcuna tenerezza; Teresa ha pochi anni in più e il suo bambino, figlio di uno degli uomini a cui s’è data sperando di ricevere amore, è nato morto. Lei ha un male incurabile, e si contorce sul lettino numero cinque di un ospedale, in mezzo a file interminabili di ammalate. Eppure in quel dolore le pare che, se l’amore venisse ora, saprebbe riconoscerlo come un sentimento nuovo. Ma l’amore, come le rondini che si poggiavano sempre sul davanzale, non verrà più.
INFORMAZIONI
- Pagine 252
- ISBN: 978-8894599831

Pia Rimini
Pia Rimini nacque a Trieste l’8 gennaio del 1900 da padre ebreo e madre ariana. Ancora molto giovane, si andava affermando come donna di acuta intelligenza, con grande sensibilità artistica, poliglotta e apprezzata conferenziera. Fin dall’inizio degli anni ’20 aveva aveva collaborato con quotidiani e riviste: Il popolo di Trieste, Il Piccolo, Il resto del Carlino, pubblicando inoltre novelle in Annabella, Giovinezza ed arte (mensile culturale triestino), Arte e morale (rivista di Salerno) dove nel N. 1 del 1922 pubblicò un breve saggio sul poemetto Evangeline di Henry Wadsworth Longfellow. Il suo primo libro di racconti è Pubertà nel 1928. Il 17 giugno 1944 Pia fu fermata e condotta alla Risiera di S. Sabba, che era luogo di smistamento di persone destinate alla deportazione ma anche luogo di esecuzioni capitali e di vero e proprio sterminio. Secondo una testimonianza, Pia giunse ad Auschwitz già morta.