“Le donne mentono sempre”.
“Le donne strumentalizzano le denunce di violenza per ottenere benefici”.
“Se l’è cercata”.
“Le donne usano il sesso per fare carriera”.
“Ma tu com’eri vestita?”.
Questi sono solo alcuni dei pregiudizi che la nostra società ha interiorizzato. Pregiudizi volti a neutralizzare la donna e a perpetuare una sudditanza e una discriminazione di genere in ogni settore, soprattutto in quello giuridico, che è il settore determinante perché tutto possa rimanere come è sempre stato. Viviamo immersi in questi pregiudizi. Ogni nostro gesto, parola, azione deriva da un’impostazione acquisita per tradizione, storia, cultura, e neanche i giudici ne sono privi.
Con la sua attività di magistrata, Paola Di Nicola ha deciso di affrontare il problema dalle aule del tribunale, ovvero dal luogo in cui dovrebbe regnare la verità e invece troppo spesso regna lo stereotipo. Se impariamo a guardare il mondo con lenti di genere, si apriranno nuovi spiragli, nuovi colori e nuove strade, e allora impareremo che una civiltà senza violenza può esistere, che l’armonia fa parte di noi, che uomini e donne possono stare l’uno al fianco dell’altra con amore e valore, che il nostro modo di parlare può essere più limpido, pulito e chiaro, che il silenzio dei complici si chiama omertà ed è un muro che va abbattuto.
INFORMAZIONI
- Pagine 256
- ISBN: 979-1259850270

Paola Di Nicola
Paola di Nicola è magistrato dal 1994. Dal 2010 è giudice penale presso il Tribunale di Roma e da luglio 2020 è consulente giuridica della Commissione sul femminicidio del Senato. Per HarperCollins Italia ha pubblicato La mia parola contro la sua. Quando il pregiudizio è più importante del giudizio.