Romanzo autobiografico scritto nel 1896-97 tratta della vita di Strindberg durante e dopo il suo soggiorno a Parigi ed esplora, in una sorta di diario al quale Strindberg affida tutto se stesso, le sue molteplici ossessioni. La sua vita fu, come noto, una successione di cataclismi: il più brutale e, nel contempo, fecondo, fu proprio quello del 1895, quando, a Parigi, la ‘mano dell’invisibile’ lo precipitò in un’esperienza sconvolgente, catapultandolo in un susseguirsi di paranoie che ne tormentavano l’animo.
In Inferno, Strindberg si rivela al lettore come l’alchimista delirante che, in squallide stanze d’albergo, tenta di trasformare il piombo in oro; come una mente ossessionata per la quale ogni fatto diviene necessariamente segno e ogni coincidenza ‘corrispondenza’.
La sua scrittura ci conduce così tra il dramma cosmico e la farsa, tra il soprannaturale e il quotidiano, in una concatenazione di eventi che paiono condurlo a un sempre più tragico destino.
INFORMAZIONI
- Pagine 160
- ISBN: 978-8865965368

August Strindberg
Johan August Strindberg, a buona ragione considerato il padre della letteratura svedese moderna, nacque a Stoccolma il 22 gennaio 1849. Cresciuto in una famiglia numerosa (era quarto di undici figli) e di rigida osservanza religiosa (pietistica), sviluppò ben presto quell’inquietudine di spirito che lo avrebbe accompagnato per tutta la vita.
Di indole ribelle e ipersensibile, non portò a termine gli studi universitari, ed , esercitò in gioventù diversi mestieri. Intanto, poco più che ventenne, aveva iniziato a pubblicare i suoi primi drammi e racconti. La notorietà gli giunse nel 1879 col romanzo La stanza rossa. Ma le sue opere successive, vibranti di polemica sociale e di anticonformismo, gli attirarono forti attacchi; scelse così di lasciare la Svezia. Tra continue disavventure e peregrinaziuni per l’Europa, nacquero alcune delle sue opere maggiori, come i drammi naturalistici Il padre e La signorina Giulia, e il romanzo Gli abitanti di Hemsö. Negli anni Novanta, oppresso dai debiti con due matrimoni falliti alle spalle, subì una lunga crisi psicologica, dalla quale riemerse anche grazie alla conquista di una personale concezione religiosa. La nuova sensibilità mistico-visionaria di Strindberg (che nel 1899 si era definitivamenle ristabilito a Stoccolma) domina le opere principali dei suoi ultimi anni: romanzi, novelle, poesia e soprattutto testi teatrali, tra i quali i grandi drammi onirici Verso Damasco e Il sogno. Nel 1912 dopo una lunga malattia che lo aveva costretto a una vita sempre più appartata, morì, all’età di 63 anni.