La fragilità e la transitorietà dell’esistenza sono i temi che Gregorio Botta (Napoli, 1953) affronta nel lavoro presentato in queste pagine, il cui titolo trae spunto da un verso di Emily Dickinson.
La sua arte, sintetica ed essenziale, attinge alla natura − utilizzando cera, acqua, alabastro, ferro, foglie, fuoco, pigmenti − e dà voce all’infinito, stimolando l’osservatore a una silenziosa contemplazione, a un’intima meditazione sulla ciclicità del tempo e sulla precarietà dell’essere umano.
INFORMAZIONI
- Pagine 72
- ISBN: 978-8836646654
Massimo Mininni
Massimo Mininni è storico dell’arte alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, con incarichi di responsabilità scientifica e di gestione e coordinamento. È stato responsabile delle collezioni del Secondo Novecento e della cura e della gestione delle opere e ha collaborato con la dirigenza per la programmazione delle attività di valorizzazione e di promozione del patrimonio dell’istituto. È stato responsabile della cura e gestione delle collezioni, studio, didattica e ricerca.