Dalla politica al costume, dalla storia alla letteratura, dal diritto alla psicologia, Giglioli analizza la sintomatologia della vittima contemporanea: “l’eroe del nostro tempo”. Tra le sue manifestazioni, la celebrazione ossessiva della memoria, il credo umanitario che mantiene “inermi i disarmati” e “lascia intatti gli arsenali dei forti”, l’imperativo capitalista del diritto al benessere che si rovescia in frustrazione e inadeguatezza, la mitologia contemporanea della “cospirazione”: in ogni caso, la responsabilità del male è altrove, fuori da noi. Che cosa significa quindi essere vittime e quali sono le implicazioni etiche del sentirsi tali? Qual è il significato di parole come “innocenza”, “diritto inalienabile” o “immunità”? L’autore indaga l’origine dell’ideologia della vittima e il consolidarsi odierno di una strategia della lamentazione che divide la società in rei e innocenti, vittime e carnefici.
INFORMAZIONI
- Pagine 124
- ISBN: 978-8874524822

Daniele Giglioli
Docente di Letterature Comparate all’Università di Bergamo, collabora con “Il Corriere della Sera”. Ha pubblicato, tra l’altro, Tema (La nuova Italia, 2001), Il pedagogo e il libertino (Bergamo University Press, 2002), All’ordine del giorno è il terrore (Bompiani, 2007), Senza trauma (Quodlibet, 2011).