Angela Davis, nota militante del movimento americano per i diritti civili sin dagli inizi degli anni Sessanta, è oggi una studiosa di fama internazionale che ha focalizzato il suo impegno in una delle battaglie più difficili: abolire il carcere. Con lucidità scientifica e un’instancabile passione ideale, Davis analizza il sistema «carcerario – industriale» americano – quello per cui due milioni e mezzo di persone sono detenute negli Stati Uniti – e mostra come questo modello fondi le sue basi economiche su una sorta di schiavismo morbido: donne abusate e farmacologizzate, manodopera a costo zero per le corporation, neri e ispanici a cui vengono negate istruzioni e assistenza sanitaria. Oggi più che mai, tutto questo ci riguarda.
Le recenti rivolte e i fatti di Santa Maria Capua Vetere ci rendono impossibile ignorare le condizioni in cui sopravvivono i detenuti nelle carceri italiane e ci dicono quanto sia urgente ripensare il sistema penale. Parlare di riforma del carcere non è sufficiente, occorre spingersi a immaginare ciò che resta inimmaginabile anche per molti sedicenti progressisti: un mondo senza prigioni. In un clima ben diverso da quello in cui è apparso per la prima volta nelle librerie italiane – un clima in cui l’espressione «abolizionismo carcerario» si è fatta finalmente pronunciabile e dunque tanto più inammissibile – Aboliamo le prigioni? si conferma una piccola guida di resistenza, che a partire dalla battaglia contro il carcere diventa denuncia di ogni forma di oppressione, e alla fine chiama tutti direttamente in causa, perché le nostre idee cambieranno davvero soltanto quando saranno cambiati i nostri comportamenti.
INFORMAZIONI
- Pagine 278
- ISBN: 978-8833893273

Angela Davis
Angela Yvonne Davis (1944), leggendaria attivista della lotta degli afroamericani contro il razzismo fin dagli anni Sessanta, è stata iscritta fino al 1991 al partito comunista e poi fondatrice di Critical Resistance, movimento per l’abolizione del sistema carcerario. Nel 1970 fu accusata di complicità nell’omicidio di un giudice e scontò un periodo in carcere che, grazie all’appassionata difesa che condusse personalmente nel corso del processo, suscitò una grande campagna di solidarietà in tutto il mondo. Assolta nel 1972, ha continuato le sue battaglie per l’emancipazione dei neri e delle donne ed è stata docente nel dipartimento di History of Consciousness dell’università di Santa Cruz in California, dove ha diretto anche il Women Institute. Autrice di numerosi saggi e articoli, in italiano si trovano il suo Autobiografia di una rivoluzionaria (minimum Fax, 2007) e Aboliamo le prigioni? (minimum fax, 2009).
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